Cannabis e danni alla salute

È risaputo come vi sia poca consapevolezza rispetto all’acuta tossicità dei cannabinoidi ed ai potenziali effetti della cannabis a livello cardiovascolare (es. marcato aumento della frequenza cardiaca e della ipotensione arteriosa).

Recenti studi in letteratura rivelano come negli Stati Uniti il 15% degli studenti delle scuole superiori che utilizzano sostanze stupefacenti o che abusano di bevande alcoliche sembra aver iniziato a 14 o 15 anni.

Un numero crescente di bambini soffrono per le conseguenze del consumo di droga da parte della madre durante la gravidanza, e la cannabis risulta essere una delle sostanze più frequentemente usate. Nello studio recentemente pubblicato su EMBO Journal da Tortoriello e colleghi, si è cercato di comprendere le basi molecolari dell’influenza del delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), il principale componente psicoattivo della cannabis, sullo sviluppo cerebrale del feto.

Numerosi studi sono stati dedicati all’indagine degli effetti a lungo termine dell'esposizione alla cannabis con studi sperimentali su modello animale che hanno convalidato le relazioni causali tra alterazioni neurobiologiche e comportamentali durante la vita di un individuo. Poche ricerche si sono però soffermate sullo studio degli effetti avversi di tale sostanza sulle future generazioni.

Il 60% degli studenti americani tra i 17-18 anni non percepisce la pericolosità di un consumo regolare di cannabis, percentuale che nell’ultimo decennio è cresciuta notevolmente.

Dal 1980 la prevalenza globale di persone che fumano abitualmente tabacco è scesa, anche se a causa della crescita della popolazione il numero complessivo dei fumatori è aumentato. Questi i risultati di uno studio condotto da Marie Ng e colleghi dell'Università di Washington, pubblicato su un numero speciale della rivista dell’American Medical Association (JAMA), interamente dedicato al tabacco.

Il pregnenolone, un ormone steroideo prodotto dal cervello, agirebbe da difesa naturale contro gli effetti tossici della cannabis, secondo quando riportato in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Science.

Il consumo di alcol, tabacco e droga è risultato significativamente più elevato in soggetti con disturbi psicotici rispetto alla popolazione generale secondo quanto emerso da uno studio svolto da Hartz e colleghi della Washington University School of Medicine e della University of Southern California, recentemente pubblicato sulla rivista JAMA Psychiatry.

In crescita l’uso di farmaci oppioidi e stimolanti senza prescrizione medica, l’uso improprio di farmaci da banco e il mettersi alla guida dopo aver assunto alcol e sostanze stupefacenti tra i giovani canadesi.

Dalla lettura emerge come alcuni tratti di personalità (ansia, introversione/mancanza di speranza, ricerca di sensazioni nuove e impulsività) risultino particolarmente a rischio rispetto all’utilizzo di specifiche sostanze stupefacenti.