Cannabis e danni alla salute

In collaborazione con
Laboratorio Tossicologia Forense Xenobiocinetica Clinica
Progetto NPS 2018 - Multicentrica di Ricerca
DPA - Presidenza del Consiglio dei Ministri

Derivati

I prodotti illeciti della cannabis rientrano in tre categorie principali:

Marijuana: è il termine con cui si indica la sostanza stupefacente ottenuta dalle infiorescenze femminili essiccate della pianta di cannabis, quelle che contengono la percentuale maggiore di δ9-THC (per questo motivo i produttori sono interessati quasi esclusivamente ad esse). La percentuale di δ9-THC varia tra il 2% e il 12% con un contenuto medio più comune pari al 5%. Essa viene solitamente fumata da sola o miscelandola con del tabacco in un sigaro. Alternativamente può essere ingerita per via orale, aggiungendola come ingrediente in preparati alimentari, o bevuta in infusi o tisane.

Hashish: è il nome attribuito ai prodotti ottenuti dalla lavorazione della resina di cannabis. Esso contiene una percentuale di δ9-THC oscillante tra il 4% e il 21% (UNODC, 2009).

Analogamente alla marijuana, l’hashish può essere fumato, sminuzzandolo e miscelandolo con del tabacco, in un sigaro, oppure ingerito direttamente per via orale. Le tecniche di lavorazione per ottenere l’hashish sono diverse a seconda della località in cui viene effettuata. Nei paesi islamici (soprattutto Marocco, Libano ed Egitto) è prevista la raccolta di piante mature che vengono battute più volte all’interno di sacchetti di materiale di diversa composizione al fine di ottenere una polvere da pressare per la produzione di hashish commerciale. Nella zona del subcontinente indiano, invece, vengono raccolti solo i fiori delle piante. Questi vengono sfregati tra le mani e quindi, con un coltellino, ci si raschia le mani. Sulla lama del coltellino rimane la resina gommosa che verrà poi venduta come hashish indiano, afgano o nepalese. In Olanda si frullano le infiorescenze seccate e spezzettate assieme a del ghiaccio. Il materiale che ne risulta viene filtrato più volte fino ad ottenere una polvere sottile che, compressa ed essiccata, diventa hashish.

Cannabis liquida (olio di cannabis): è un estratto liquido concentrato sia di materiale erboso di cannabis che di resina di cannabis. Il motivo della produzione di cannabis liquida è quello di concentrare l’ingrediente psicoattivo, il THC, in percentuali anche superiori al 60% (UNODC, 2009). Questo può agevolare i trafficanti ad evitare i controlli in quanto molto più materiale psicoattivo può essere contenuto in piccole quantità di prodotto. L’estrazione viene effettuata in un recipiente adatto con un solvente organico (per esempio etere di petrolio, etanolo, metanolo, acetone) a temperatura ambiente sotto agitazione, per estrazione passiva o all’ebollizione. Quando il lotto di cannabis o di resina di cannabis è presumibilmente tutto estratto, la sospensione viene filtrata e il materiale estratto viene scartato. Questo processo può essere ripetuto numerose volte usando diversi lotti di cannabis o di resina di cannabis con lo stesso lotto di solvente di estrazione. Dopo che il lotto finale è stato estratto, il solvente viene evaporato per ottenere la consistenza dell’olio richiesta. In generale, il liquido prodotto dalla cannabis o dalla resina di cannabis, è marrone scuro o verde scuro e ha la consistenza di un olio denso o una consistenza pastosa (UNODC, 2009).

Marijuana Hashis Olio di hashish
2-12% 4-24% >60%

Tabella - Percentuali medie di δ9-THC contenute nei derivati della cannabis


Altri derivati

La sinsemilla è una tipologia di cannabis ottenuta dalla selezione di sole piante femminili che non vengono fecondate nel corso della maturità e che quindi non contengono semi.

I semi di cannabis e l’olio di semi di cannabis: sono una fonte poco conosciuta di acidi grassi ω-3. L’olio di semi di cannabis è un liquido trasparente giallo. Il seme contiene approssimativamente dal 29% al 34% in peso di olio. 100 g di olio di semi di cannabis contengono circa 19 g di acido alfa-linoleico. Il rapporto di circa 3:1 di acidi grassi ω-6 e ω-3 rende l’olio di semi di cannabis un nutrimento di alta qualità. Tuttavia, a causa della elevata presenza di acidi grassi insaturi, questo olio tende ad irrancidire rapidamente se non viene conservato in un luogo fresco ed al buio. Anche se il seme è racchiuso nel bracteolo, che è la parte della pianta con la più elevata quantità di THC, i semi stessi non contengono THC. Tuttavia, possono essere contaminati con materiale della cannabis (per esempio, infiorescenze, resina) dando quantità rilevabili di THC (UNODC, 2009).

Bibliografia

  • UNODC. (2009). World Drug Report 2009.